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Le posizioni dell'amore

IL MISSIONARIO

Dettata da poca fantasia, da scarsa forma fisica, da una risposta sessuale, specie maschile, incerta che non gradisce novità, la posizione "donna sotto, uomo sopra" è la più diffusa.
Malinowski riferisce che fu chiamata "posizione del missionario" dagli aborigeni dell'isola di Trobriand in Polinesia. Essi infatti osservarono con curiosità e stupore che i missionari che vi erano sbarcati e si erano ben adattati alla libertà sessuale di quella popolazione, al contrario degli aborigeni, più fantasiosi, facevano tutti l'amore nella stessa posizione.
Va però detto che è pratica, confortevole per la donna, permette ai corpi e agli sguardi un buon contatto. Anche per il maschio è facile e confortevole e, in più, permette di avere un rapporto completo anche con un'erezione incompleta e di lasciargli molto controllo dei movimenti coitali.
Nell'antichità vigeva la credenza che fosse la migliore per la fecondazione e non è escluso che sia diventata per questo la più usuale. Tecnicamente invece non è del tutto favorevole al piacere della donna, dato che con essa non può avvenire la stimolazione del cosiddetto punto G. Questa zona, che altro non è che un residuo embrionale nella donna di quella che nel maschio è la prostata, si trova infatti sulla parete anteriore e nei due terzi superiori della vagina. Zona quindi difficilmente stimolabile in questa posizione.

 

L'AMAZZONE

Altra posizione frequente è il suo opposto: donna sopra e uomo sotto.
E' detta dell'amazzone, o pompeiana dato che è riprodotta su alcuni affreschi di Pompei.
In epoche più recenti ha avuto il nome di "posizione dell'eroe stanco" per intuibili motivi. Richiede la disponibilità della donna ad esporsi e a giocare un certo grado di dominio nel rapporto sessuale. Se essa terrà il busto un po' flesso in avanti potrà avere anche una migliore stimolazione del clitoride durante il coito. Consente un buon livello di relazione sia del corpo che degli sguardi, come pure di dare e ricevere carezze. Era la più usata tra i greci ed i romani laddove i maschi tendevano al maggiore comfort sessuale con lo sforzo minimo.

 

L'ELEFANTE

La terza tra le tradizionali è quella con la donna a carponi e il maschio dietro di lei. Ha avuto tanti nomi: "dell'elefante" tra i popoli primitivi dell'Africa, "regale" tra i marinai che veleggiavano sui mari, "della preghiera" tra i romani, "dell'omega" tra i greci, fino a denominazioni meno immaginifiche in tempi più recenti, come "della levriera" o "della pecorina".
Se si osserva il recupero istintuale che essa esprime, la si potrebbe considerare la più naturale. Il maschio mette in gioco un senso di dominio e beneficia di una maggiore stimolazione erotica, mentre la donna la gradisce soprattutto se non è molto in sintonia con le fantasie erotiche.
Le permette però di avere la massima stimolazione del punto G e quindi un certo surplus di piacere. Non permette però alcun contatto degli sguardi né molta intimità, dato che dopo l'orgasmo i due si devono staccare se vogliono abbracciarsi.

 

 

LA TERZA LUNA

Un coefficiente di difficoltà un po' più alto l'ha la posizione che vede i partner coricati entrambi su un fianco, faccia a faccia. I greci la chiamavano "theta", i romani "prandiale", data la consonanza con la posizione sul triclinio durante il pranzo, e gli orientali, che la consideravano come l'espressione più alta della tenerezza, "della terza luna".
Deve essere praticata da partner piuttosto snelli, dove il maschio abbia una buona erezione e la donna una buona flessibilità.
Marziale immaginava che si accoppiassero così Dafne e Cloe, indicando come sia più adatta ai giovani. L'intimità è molto intensa. I volti, come il corpo, sono a stretto contatto e le mani sono libere per esplorare il corpo del partner. Non c'è prevaricazione di ruoli e per la donna, essendo la vagina più serrata, può essere molto piacevole.

 

 

LA PALMA

Per chi vuole sperimentare esperienze più frizzanti e ginniche, c'è la posizione nella quale, faccia a faccia, il maschio, in piedi, sostiene la partner sollevandola. Lei cingerà con le proprie gambe la vita di lui e con le braccia il suo collo.
Gli africani la chiamavano "della palma", ma ha avuto anche molti altri nomi: "dell'albero reale", "della colonna", "dello stendardo" e, tra i giapponesi "della stella". La donna è meglio che sia un peso leggero ed è forse per questo che sembra che i primi a praticarla siano stati i giapponesi. L'erezione deve essere ottimale, ma anche la donna deve avere una buona lubrificazione. Il coito può avere un ritmo lento e si può prolungare nel tempo, dando alla posizione anche i connotati di una prova di forza fisica. L'intimità è grande e sono valorizzati, per coloro ai quali piace, gli stereotipi di maschio solido, sicuro e resistente e di femmina leggera, agile, piena di dolcezza e di grazia.

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